Lo squalo elefante (Cetorhinus maximus) è uno dei tre squali attualmente conosciuti, insieme allo squalo grande bocca (Megachasma pelagios) ed allo squalo balena (Rhincodon typus), che nuota con la bocca spalancata filtrando migliaia di litri di acqua ogni ora, per estrarre il plancton di cui si ciba.
Niente attacchi cruenti e nessun corredo di grandi
denti per sferrare l’offensiva, ma soltanto un pacifico nuoto a bocca
aperta, “gustando” le prelibatezze planctoniche del mare, senza nessun
apparente sforzo. (lo squalo elefante è dotato di numerosi denti, ma
piccoli e relativamente deboli, non utilizzati per nessuna forma di
predazione)
Lo squalo elefante nuota sia in acque costiere che
in acque profonde, solitario o anche in gruppi numerosi. Non raramente
viene avvistato poco sotto la superficie dell’acqua, mentre si sposta a
velocità ridotta e con la bocca spalancata. Questo pesce è il più grande
del Mediterraneo, è segnalato ovunque in questo mare, tranne nelle coste
sud-orientali.
Lo squalo elefante può arrivare ad una lunghezza
massima di circa 10-13 m, con un peso vicino alle 10 tonnellate mentre
la taglia media sembra fermarsi intorno ai 3-5 m.
Nonostante la sua mole lo squalo elefante è assolutamente inoffensivo per
l’uomo ed infatti si lascia facilmente avvicinare e fotografare.
Purtroppo, forse proprio per questa “mansuetudine” e per la sua ridotta
velocità nel nuoto, questo squalo viene cacciato intensamente ed oggi è
considerato addirittura una specie in pericolo di estinzione.
Consideriamo ora le caratteristiche fisiche dello squalo elefante ed il
motivo del suo curioso nome: Lo
squalo elefante ha cinque fessure branchiali molto ampie, quasi circondano
il capo dell’animale e sono rivestite di numerosissimi filamenti
chiamati branchiospine, lunghi fino a 10 cm, che hanno la funzione di
filtrare l’acqua (fino a 9000 litri all’ora) ed intrappolare il plancton
di cui lo squalo si ciba. Ogni tanto l’enorme bocca si chiude ed il
boccone viene inghiottito.. Come si è potuto comprendere la biologia dello squalo elefante presenta ancora oggi molti lati oscuri, essendo molto difficile lo studio di questo squalo nel suo ambiente naturale..
Plancton: organismi animali e vegetali, di piccole e microscopiche dimensioni, incapaci di opporsi ai movimenti delle correnti, quindi senza movimento autonomo completo.
Riproduzione degli squali:
circa il 30% degli squali ha
una riproduzione ovipara, cioè la femmina depone le uova
nell'ambiente esterno, racchiuse da una capsula cornea protettiva; circa
il 50% ha una riproduzione vivipara aplacentata, cioè la femmina
trattiene le uova all'interno degli uteri e i piccoli, dopo essersi
nutriti del sacco vitellino, escono all'esterno completamente formati;
il rimanente 20% ha una riproduzione vivipara placentata, dove il
piccolo squalo è in contatto con la madre attraverso una primitiva
placenta e dopo aver completato lo sviluppo esce all'esterno. Anche in
questo ultimo caso è presente un piccolo sacco vitellino che, una volta
riassorbito, contribuisce a formare la primitiva placenta.
Marco Angelozzi - www.prionace.it
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