Lo squalo che sta per essere presentato è molto
particolare: il dorso ha una colorazione giallastra, come la buccia di
un limone, da cui deriva il suo nome ed è la specie più studiata
nell’intero mondo degli squali. Ciò ha permesso di chiarire non soltanto
la biologia dello squalo limone ma di gran parte dei pesci cartilaginei
conosciuti.
Porte aperte allora a questo signore del mare, senza mai dimenticare che
“Se vi è una magia su questo pianeta, è contenuta nell’acqua…La sua
sostanza arriva ovunque; interessa il passato e prepara il futuro;
scorre al di sotto dei poli e vada sottile e alta nell’aria. Può
assumere forme di squisita perfezione in un fiocco di neve o ridurre una
creatura vivente a un osso che luccica in balia del mare.”
The immense journey, Loren Eiseley (1907-1977)
Lo squalo limone ha davvero una curiosa
colorazione, il dorso è marrone-giallastro, mentre il ventre
canonicamente chiaro. Il motivo di questo aspetto fisico non usuale sta
nelle abitudini dell’animale, che nuota spesso vicino a fondali sabbiosi
e melmosi, lagune e insenature con foreste di mangrovie, ambienti dove
la colorazione giallastra è prevalente e quindi un mimetismo di questo
tipo rende praticamente invisibile lo squalo limone guardando dalla
superficie verso il fondale marino.
Incontro ravvicinato con lo squalo limone (Negaprion
brevirostris)
Il muso è corto e tozzo, la lunghezza massima è di
300 cm, mediamente tra i 220-280 cm.
Le pinne dorsali sono due e sono di dimensioni simili, la pinna anale è
abbastanza grande
I denti sono affilati, lisci, senza cuspidi laterali, simili nelle due
mandibole.
Gli occhi sono di dimensioni medie anche se la vista non risulterebbe
particolarmente acuta, forse a causa della torpidità delle acque in cui
nuota.
Abbiamo già detto infatti che lo squalo limone, avvistato mediamente in
acque tra 0-92 m, preferisce posizionarsi vicino ai fondali sabbiosi,
mangrovieti (soprattutto in età giovanile) lagune e insenature. Anche la
foci dei fiumi rientrano nel suo habitat, con la possibilità di
risalirli per diversi km, mostrando grande adattabilità a temporanea
permanenza in acque salmastre e dolci. Gli ambienti appena descritti non
spiccano per la limpidezza delle loro acque e per questo motivo i
rimanenti sensi dello squalo sarebbero più efficaci ed efficienti.
Eccezionale fotografia di uno squalo tigre (Galeocerdo
cuvier) e squalo limone (Negaprion brevirostris)
Risulta essere più attivo durante le ore crepuscolari e notturne e può
muoversi solitario o in gruppi che arrivano fino a 20 esemplari. Come
altre specie è in grado di rimanere immobile sul fondo, quasi
“addormentato”, ma questo stato di torpore non deve ingannare il
subacqueo o l’apneista troppo curioso che, in caso di disturbo, si
troverebbe di fronte ad una veemente e pericolosa reazione dell’animale.
(Nota1: respirazione degli squali)
Dal 1580 ad oggi sono stati registrati 22 attacchi provocati all’uomo,
nessuno di questi mortale, situazione che “ufficialmente” non lo rende
pericoloso.
Gli adulti hanno un’area di movimento non particolarmente vasta, anche
se sono state registrate migrazioni da parte di piccole-medie
popolazioni.
Sia durante i grandi spostamenti che nelle brevi nuotate all’interno del
loro territorio, gli squali limone immancabilmente accompagnati da
numerose remore. (Nota2: remora)
Nuotano in acque atlantiche e pacifiche tropicali e sub-tropicali (coste
dell'America centrale, Messico e Equador) e coste africane, Senegal e
Costa d'Avorio.
Le fauci dello squalo limone (Negaprion
brevirostris)
La riproduzione è vivipara placentata e data la
facilità di osservazione e studio, attraverso l’analisi del ciclo vitale
dello squalo limone sono stati chiariti molti aspetti biologici ed
ecologici dei pesci cartilaginei. Sono numerosi e facilmente visionabili
video sul parto di femmine di squalo limone, le quali si spostano in
acque protette, lagune poco profonde o baie con foreste di mangrovie,
per partorire dai 4 ai 17 piccoli, dopo una lunga gestazione di 10-12
mesi. La maturità sessuale viene raggiunta dopo 6.5 anni e la longevità
è di circa 27 anni.
L’atto della riproduzione, come in altre specie, può avvenire in modo
cruento, con il maschio che morde la femmina dorante l’accoppiamento.
I piccoli, appena dopo la nascita, con una lunghezza di 60-65 cm, devono
essere subito pronti a cavarsela da soli ed in genere rimangono nelle
acque basse, in mezzo alle mangrovie dove sono stati partoriti, fino a
quando non si sentono completamente sicuri e pronti ad affrontare le
acque libere.
La loro dieta si baserà su crostacei e molluschi, mentre una volta
diventati adulti aggiungeranno pesci di piccole-medie dimensioni,
uccelli, squali e razze.
Eccezionale fotografia di uno squalo tigre (Galeocerdo
cuvier) e squalo limone (Negaprion brevirostris
Curiosità1: Mr. Samuel Gruber,
dell’Università di Miami studia gli squali limone dal 1967, in
particolar modo la popolazione intorno all’isola di Bimini, nelle
Bahamas, dove si trova il Gruber’s Bimini Biological field station.
Curiosità2: Lo squalo limone Negaprion
brevirostris, qui descritto, è molto simile allo squalo limone
falcetto Negaprion acutidens, il quale ha un muso meno tozzo,
pinne pettorali più falcate e denti maggiormente aguzzi e stretti. La
distribuzione del Negaprion acutidens è completamente diversa
(Oceano Indiano) e maggiore è anche l’aggressività.
Le fauci dello squalo limone (Negaprion brevirostris)
Schede riassuntiva:
SQUALO LIMONE
Negaprion brevirostris
POEY, 1868
Ordine: Carcharhiniformes
Famiglia: Carcharhinidae
Dimensioni medie: 200 cm
Dimensioni alla nascita: 60-65 cm
Dimensioni massime: 350 cm
Distribuzione: acque atlantiche e pacifiche tropicali e sub-tropicali
(coste dell'America centrale, Messico e Equador) e coste africane,
Senegal e Costa d'Avorio.
Colorazione: dorso bruno-giallastro, ventre color crema.
Riproduzione: vivipara placentata
Gestazione: 10-12 mesi (da 4 a 17 piccoli)
Rapporti con l'uomo: diventa aggressivo se viene provocato.
Valore commerciale: viene pescato per utilizzarne le carni, il fegato e
le pinne.
Denti: affilati, lisci, senza cuspidi laterali, simili nelle due
mandibole.
Nota1: lettura consigliata:
lo spiracolo e la
respirazione degli squali
Nota2: la remora è un pesce la cui prima pinna
dorsale è trasformata in un disco adesivo che viene utilizzato per
attaccarsi a grandi oggetti in movimento (imbarcazioni, squali,
tartarughe..)
Nota3: la riproduzione degli squali: circa il 30%
degli squali ha una riproduzione ovipara, cioè la femmina depone
le uova nell'ambiente esterno, racchiuse da una capsula cornea protettiva; circa il 50% ha una riproduzione vivipara aplacentata,
cioè la femmina trattiene le uova all'interno degli uteri e i piccoli,
dopo essersi nutriti del sacco vitellino, escono all'esterno
completamente formati; il rimanente 20% ha una riproduzione vivipara
placentata, dove il piccolo squalo è in contatto con la madre
attraverso una primitiva placenta e dopo aver completato lo sviluppo
esce all'esterno. Anche in questo ultimo caso è presente un piccolo
sacco vitellino che, una volta riassorbito, contribuisce a formare la
primitiva placenta.
Bibliografia:
"Sharks & Rays, Elasmobranch Guide Of The World". Ralf M. Hennemann, "Sharks
of the world", Leonard Compagno, M. Dando, S. Fowler,
Marco Angelozzi -
www.prionace.it
Le immagini dello squalo
Negaprion brevirostris
sono state gentilmente
concesse
dal Sig. Eric Cheng
http://echeng.com ed utilizzabili esclusivamente in questo
articolo.
E'
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