Lo squalo martello è un animale molto particolare,
con una morfologia che si discosta da quella degli altri squali ed
alcuni comportamenti che sono decisamente diversi e costituiscono ancora
oggi un mistero irrisolto.
Questo pesce nuota in aree tropicali e
subtropicali e, a seconda delle specie, si trova in acque oceaniche,
vicino alle barriere coralline ed anche in prossimità della costa,
arrivando a nuotare in fondali bassissimi..
Il martello, essendo appiattito, aumenta la
superficie della parte anteriore dello squalo e contrasta la spinta del
corpo verso il basso durante il nuoto. Forse non a caso, fra tutti gli
squali, lo squalo martello è il più agile e rapido e durante la caccia
diventa un predatore infallibile.
Le narici, poste alle estremità della testa
appiattita, sono di dimensioni maggiori e più distanti tra loro rispetto
a quelle di altre specie di squalo e darebbero una
capacità olfattiva
nettamente superiore.
Anche gli occhi si trovano alle estremità del martello e questa maggiore distanza favorirebbe la vista stereoscopica, con una capacità superiore di comprendere le distanze e le posizioni in acqua. La linea laterale, organo sensoriale con il quale gli squali ed i pesci ossei percepiscono le onde di pressione, che corre lungo i fianchi dell’animale, continua nello squalo martello nella regione della testa ed anche in questo caso risulterebbe più funzionale. Infine anche il “sesto senso” degli squali, quello che permette loro di percepire il campo elettro-magnetico degli organismi viventi, risulterebbe potenziato in quanto queste cellule sensoriali, le ampolle di Lorenzini, sono diffuse proprio nell’area della testa e quindi maggiormente presenti in questo pesce.
Durante la caccia è stato inoltre
riscontrato l’uso del martello come vero e proprio strumento per
stordire ed immobilizzare la preda prima di essere divorata (soprattutto
Sphyrna mokarran).
Questi animali dimostrano di avere una vita
sociale molto avanzata mentre di norma la maggior parte degli
squali è solitaria ed i contatti sembrano essere
ridottissimi.
Forse questi banchi così numerosi si formano per motivi difensivi, per proteggere gli esemplari di più piccole dimensioni, oppure per motivi riproduttivi.. la realtà è che le cause non sono ancora ben note..
E' invece
nota la modalità di riproduzione degli squali martello: la viviparità
placentale. Il piccolo squalo si sviluppa all'interno dell'utero materno
e, dopo aver consumato il proprio sacco vitellino, prende contatto con i
tessuti materni attraverso una primitiva placenta, fino ad arrivare alla
crescita completa ed al parto. Possiamo concludere dicendo che lo squalo martello dimostra di essere un eccellente predatore, ai vertici della catena alimentare, perfettamente evoluto ed adattato all’ambiente in cui vive e capace di rapporti avanzati con esemplari della stessa specie. Non è quindi una belva o un mostro da temere e su cui creare leggende ma un meraviglioso abitante del mondo sottomarino..
Olfatto: le narici degli squali, sempre ben visibili sulla parte inferiore del muso, sono costituite da due canali a fondo cieco, con al termine delle cellule olfattive che analizzano la presenza di sostanze odorose disciolte in acqua. La sensibilità olfattiva degli squali è molto sviluppata, si pensa che possano individuare 1 parte di sangue in 100 milioni di parti d'acqua. Vista: la vista degli squali, contrariamente al pensiero popolare, è molto sviluppata. La pupilla può restringersi o allargarsi in base alla quantità di luce, ed in molti squali è presente, dietro alla retina, il tapetum lucidum, una serie di placche riflettenti che amplificano la luce e permettono la vista anche di notte. In condizioni di forte illuminazione il tapetum lucidum viene oscurato, per non abbagliare la retina e provocare danni anche irreversibili. Linee laterali: le linee laterali, una per ogni fianco dello squalo, sono costituite da cellule sensoriali che danno all'animale la capacità di percepire le onde di pressione dovute ai movimenti dell'acqua. Ampolle di Lorenzini: sono degli organi che prendono contatto con l'esterno attraverso piccoli e numerosi forellini, presenti soprattutto nella regione del capo, pieni di una sostanza gelatinosa conduttrice, in comunicazione con terminazioni nervose. In questo modo lo squalo ha la capacità di percepire i campi elettrici generati dagli animali (quindi di individuare anche prede sotto la sabbia) e probabilmente riconoscere la propria posizione rispetto al campo magnetico terrestre) Negli squali la femmina, dopo la fecondazione, può conservare gli spermatozoi del maschio per un tempo molto lungo, che può arrivare fino a 2 anni, come nel caso dello squalo gattuccio Scyliorhinus canicula.
Bibliografia:
Marco Angelozzi - www.prionace.it
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