“Sonnolento con la testa piccola”.. è questo il significato del nome
scientifico Somniosus microcephalus, ma in realtà lo squalo della
Groenlandia si rivela tutt’altro che una pigra e lenta creatura
abissale. Anche per questo animale infatti, sono possibili, a dispetto
del suo nome, potenti e veloci scatti per catturare le prede e
resistenza e tenacia nella caccia.
Lo
squalo della Groenlandia è uno dei pochi squali, se non l’unico, che
nuota nelle acque gelide dell’Atlantico del nord e nelle regioni
artiche. Può arrivare fino alle coste della Francia e del Portogallo ed
alcuni avvistamenti lo farebbero essere presente anche nel sud
Atlantico, vicino all’Argentina e nelle regioni antartiche. A causa
delle difficoltà di osservazione in natura (acque artiche profonde a
temperature prossime allo zero e con visibilità quasi inesistente) sono
ancora poche le informazioni sulla biologia e sul comportamento di
questo grande squalo.
Lo squalo di Groenlandia infatti raggiunge notevoli dimensioni, quelle
medie vanno dai 240-400 cm fino ad un massimo di 640 cm (viene ritenuta
possibile la dimensione massima di 730 cm).
Un vero e proprio gigante delle regioni polari, di colore
grigio-marrone, abbastanza uniforme, con a volte delle puntinature e
macchie più chiare sul dorso. Un eccezionale adattamento evolutivo
permette a questa creatura marina di vivere tranquillamente in acque con
temperature che vanno dagli 0.6 ai 12 gradi centigradi e di inabissarsi
fino a 1200 m di profondità (durante i mesi invernali più vicino alla
superficie, in estate tra 180-550 m).
Il
muso dello squalo di Groenlandia è corto e arrotondato e gli occhi sono
piccoli. Le due pinne dorsali sono arretrate e senza spine, la pinna
anale è assente. Anche le pinne pettorali e ventrali sono di piccole
dimensioni mentre la pinna caudale è abbastanza sviluppata, sia il lobo
superiore che quello inferiore.
Le fessure branchiali sono decisamente piccole e questa caratteristica
suggerisce che lo squalo di Groenlandia, pur dotato di potenza e
possibilità di brevi scatti veloci per cacciare, per la maggior parte
del tempo nuoti in maniera lenta e costante, con un minimo consumo
energetico.
I
denti sono diversi nelle due arcate, in quella superiore sono sottili e
appuntiti, mentre in quella inferiore più larghi, resistenti, con la
cuspide (punta) spostata verso l’esterno.
Lo squalo di Groenlandia si nutre sia di carcasse di mammiferi marini
che di vere e proprie prede, da inseguire e catturare, come pesci ossei,
foche e focene.
La vista non sembra essere molto sviluppata, gli occhi infatti sono
piccoli e nelle profondità medie in cui questo squalo nuota la
luminosità è quasi assente..
Oltre a questi elementi, in una grande percentuale di squali di
Groenlandia, uno dei due occhi viene attaccato da un parassita
specifico, il copepodeOmmatokoita elongata. La
femmina adulta di questo parassita, lunga circa 5 cm, si ancora nella
cornea dell’occhio dello squalo, portando ad una quasi totale cecità per
quel campo visivo. Sono rari gli esemplari di squalo di Groenlandia in
cui tutti e due gli occhi sono parassitari da Ommatokoita elongata.
Nonostante questo importante disturbo alla vista l’animale non sembra
risentirne, affidandosi per la predazione ad altri efficientissimi sensi
(olfatto, elettrorecezione).
Risulterebbe addirittura che il parassita Ommatokoita elongata
sia in gradi di emettere una bioluminescenza che potrebbe attirare le
prede proprio nella bocca dello squalo di Groenlandia, prede attirate da
una piccola luminescenza nelle buie e gelide profondità dell’artico.
(tuttavia attualmente non esistono prove scientifiche che confermino
questa teoria)
La
riproduzione di questo squalo sembra essere vivipara
aplacentata.
I nativi della Groenlandia lo hanno pescato a lungo per utilizzarne
l’olio del grande fegato, ricchissimo di vitamina A ed anche per la
carne, che risulta commestibile se seccata, tossica, addirittura
velenosa, se mangiata fresca.
La pelle veniva spesso utilizzata per confezionare stivali,
evidentemente molto resistenti e i denti, soprattutto quelli dell’arcata
inferiore, venivano trasformati in efficienti rasoi per capelli.
Lo squalo
di Groenlandia non è considerato pericoloso per l’uomo, soprattutto
perché sarebbe davvero raro un incontro con questa creatura abissale
nelle acque artiche, ma le sue grandi dimensioni spingerebbero comunque
ad estrema cautela in un eventuale contatto diretto..
Ripresa di uno squalo di Groenlandia ad elevatissima profondità
1) I Copepodi appartengono alla classe dei Crostacei,
sono molto numerosi e vivono in ambienti acquatici, sia marini che
d’acqua dolce. I Copepodi parassiti di pesci (ossei e cartilaginei)
generalmente attaccano pelle e branchie dei loro ospiti
2) Nella riproduzione degli squali: circa il 30% degli
squali ha una riproduzione ovipara, cioè la femmina depone le uova
nell'ambiente esterno, racchiuse da una capsula cornea protettiva; circa
il 50% ha una riproduzione vivipara aplacentata, cioè la femmina
trattiene le uova all'interno degli uteri e i piccoli, dopo essersi
nutriti del sacco vitellino, escono all'esterno completamente formati;
il rimanente 20% ha una riproduzione vivipara placentata, dove il
piccolo squalo è in contatto con la madre attraverso una primitiva
placenta e dopo aver completato lo sviluppo esce all'esterno. Anche in
questo ultimo caso è presente un piccolo sacco vitellino che, una volta
riassorbito, contribuisce a formare la placenta.
Nella riproduzione vivipara aplacentata possono manifestarsi due
situazioni particolari:
- oofagia, quando i piccoli di squalo, nell'utero materno, una volta
utilizzato il sacco vitellino, si nutrono di uova non fecondate che la
madre continua a produrre.
- adelfofagia, quando i piccoli di squalo, uno per ogni utero materno,
si nutrono dei "fratelli" (cannibalismo intra-uterino) e quindi nascono
soltanto due piccoli.
SQUALO di GROENLANDIA Somniosus microcephalus Block e Schneider, 1801 Ordine: Squaliformes
Famiglia: Somniosidae
Dimensioni medie:
240-400 cm Dimensioni massime: 640 cm
(730 cm ?) Distribuzione: è sicuramente presente nell' Atlantico del
nord e nelle regioni artiche. Può arrivare fino alle coste della Francia
e del Portogallo. Colorazione: di colore
grigio-marrone, abbastanza uniforme, con a volte delle puntinature e
macchie più chiare sul dorso. Riproduzione:
probabilmente vivipara aplacentata. Rapporti con l'uomo: potenzialmente pericoloso. Valore commerciale: i
nativi della Groenlandia lo hanno pescato a lungo per utilizzarne l’olio
del grande fegato, ricchissimo di vitamina A ed anche per la carne, che
risulta commestibile se seccata, tossica, addirittura velenosa, se
mangiata fresca.
La pelle veniva spesso utilizzata per confezionare stivali,
evidentemente molto resistenti e i denti, soprattutto quelli dell’arcata
inferiore, venivano trasformati in efficienti rasoi per capelli. Longevità: molto longevo Età riproduttiva: sconosciuta Taglia alla nascita: probabilmente circa 40 cm Andamento della popolazione: sconosciuto
Bibliografia: - "Sharks & Rays, Elasmobranch
Guide Of The World". Ralf M. Hennemann,
-
"Sharks of the world", Leonard Compagno, M. Dando, S. Fowler, - Florida
Museum of Natural History, Dipartimento di ittiologia
Marco Angelozzi -
www.prionace.it
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