Lo squalo bianco è
senza dubbio uno dei più affascinanti e misteriosi predatori del mare..
Quando una pinna dorsale fuoriesce dalla superficie dell’acqua, il
pensiero va subito a questo maestoso animale e sentimenti contrastanti
di attrazione e terrore nascono nella mente umana.
“Il grande squalo bianco” infatti ha sempre catalizzato l’attenzione
dell’uomo, rappresentando uno dei più grandi predatori di cui ancora
oggi la scienza ignora molti aspetti e comportamenti.
Non si conoscono ad esempio i suoi movimenti e migrazioni, la
complessità dei rapporti sociali con esemplari della stessa specie, le
capacità di apprendimento e adattamento da esperienze passate..
Non sono mai stati
filmati o fotografati esemplari in fase di accoppiamento e nulla di
certo si conosce riguardo al periodo ed alle aree preferite per la
riproduzione. Rimangono inoltre quasi completamente avvolti dal mistero
i primi anni di vita di uno squalo bianco, i suoi spostamenti, le
strategie di difesa da altri predatori più grandi, i ritmi di crescita.
L’enorme interesso
verso questo animale ha fatto però moltiplicare, soprattutto negli
ultimi 15 anni, le campagne di studio e di ricerca, ed alcuni aspetti
della biologia di questo squalo sono stati chiariti e portati
alla luce della comunità scientifica con risultati sicuramente
sorprendenti:
1) Il
Carcharodon carcharias
è l’unico squalo che porta il capo fuori
dall’acqua per controllare meglio ciò che lo circonda ed utilizza quindi
la sua acuta vista anche attraverso l’ambiente aereo.
Questo
animale infatti può contare su una buona capacità visiva e fa grande
affidamento su questo senso. Non a caso, nel momento dell’attacco ad
una preda, lo squalo bianco protegge i suoi occhi rovesciandoli
all’indietro e si affida al suo “sesto senso”, che gli permette di
individuare una preda anche senza vederla, percependo il suo campo
elettro-magnetico. (NOTA 1 – Ampolle di
Lorenzini)
2) Lo squalo bianco può
inabissarsi fino ad arrivare a circa 1200 m di profondità, mostrando una
grande adattabilità alle variazioni di pressione, temperatura e
luminosità dell’ambiente in cui nuota.
Per
contrastare le variazioni di temperatura delle acque oceaniche alle
varie profondità lo squalo bianco ha sviluppato un meccanismo di
conservazione del calore che gli permette di avere una temperatura
corporea di 4 – 5 C° superiore a quella dell’acqua che lo circonda e
fino a 10C° per quanto riguarda la muscolatura più interna. Questo
meccanismo, la cosiddetta “rete mirabile”, è comune a tutti i componenti
dell’ordine dei Lamniformi, a cui lo squalo bianco appartiene. Oltre ad
un migliore adattamento alle temperature dell’ambiente esterno, lo
squalo trae dalla rete mirabile grande giovamento per quanto riguarda i
tempi di digestione delle prede, che risultano più veloci, mettendo
subito a disposizione dell’animale grande quantità di energia.
(NOTA 2 – Rete mirabile)
Con una muscolatura a temperatura quasi
costante inoltre lo squalo bianco è capace di scatti poderosi, di
sostenere elevate velocità di crociera, ed addirittura di clamorosi
salti fuori dall’acqua, quando l’attacco ad una sua preda viene
realizzato dal basso verso l’alto.
3) Questo animale può vivere
dai 30 ai 40 anni. I piccoli alla nascita hanno una lunghezza di circa
1,20 m, i loro denti sono dotati di piccole cuspidi laterali e quelli
della mandibola inferiore sono lisci anziché seghettati.
(NOTA 3 – denti squalo bianco)
Il comportamento
di un essere vivente è spesso l’unico indicatore che la scienza ha per
comprenderne le capacità intellettive.
Studiare lo squalo bianco nel suo ambiente naturale è molto difficile ma
una serie di strategie ripetute hanno fatto trarre ai biologi che le
hanno filmate ed analizzate le seguenti conclusioni sulle capacità
intellettive di questo grande predatore:
-
lo squalo bianco è capace di manifestare curiosità, che esprime
con l’esplorazione attenta di ciò che incontra;
-
possiede la capacità di “investigare” oggetti nuovi in maniera
sistematica, mantenendo sempre un comportamento cauto;
-
può imparare a riconoscere oggetti non commestibili utilizzando
la memoria di esplorazioni fatte in passato;
-
ha il senso della proprietà e può difendere le sue fonti di cibo
in modo calcolato, anche non violento; (es: durante un attacco ad un
surfista, in acque africane, uno squalo bianco si è posto ripetutamente
fra il corpo della vittima ed un piccolo gommone che tentava di
recuperare il malcapitato, impedendone il contatto e quindi la salvezza)
-
lo squalo bianco sembra infine avere la capacità di cooperare
insieme ad altri esemplari della sua stessa specie per ottimizzare
l’efficacia predatoria; (es: in Sud Africa numerosi squali bianchi
sarebbero stati filmati durante il tentativo di spostare insieme la
carcassa di una balena in acque più profonde)
In base a queste
affermazioni lo squalo bianco (Carcharodon
carcharias) può essere definito
un animale intelligente, che possiede la capacità di esplorare,
ricordare, difendere, tutti comportamenti mirati ad una sopravvivenza
ottimale e di conseguenza ad un successo riproduttivo, indispensabile
per il proseguimento della specie.
Strategie predatorie e rapporti con l’uomo:
quando una potenziale preda viene identificata dallo squalo bianco
inizia l’avvicinamento e l’investigazione.
In questa fase il predatore si rende conto di cosa si trova davanti
diminuendo sempre più la distanza tra lui e l’oggetto fino ad arrivare a
contatti brevi, piccoli colpi sferrati con il muso e solo talvolta morsi
immediati, per valutare la commestibilità della possibile preda.
Se i “risultati” della sua investigazione sono positivi avviene
l’attacco, quasi sempre dal basso verso l’alto.. In questo modo lo
squalo bianco si rende quasi invisibile, fino all’ultimo istante, in
quanto la colorazione bluastra del suo dorso si mimetizza con il colore
del mare.
La preda trova bloccata la direzione opposta a quella dell’attacco, cioè
la superficie, e quasi inevitabilmente viene travolta e morsa, senza via
di scampo..
Molto spesso la velocità dell’attacco e l’energia sprigionata sono tali
da far fuoriuscire parte del corpo dello squalo fuori dall’acqua.
Subito dopo il morso la
preda viene momentaneamente abbandonata, per evitare danni da una
possibile lotta con un animale morente, e lo squalo bianco rimane ad una
certa distanza, aspettando che la morte arrivi per dissanguamento..
Dopo un breve periodo di tempo il predatore ritorna sul luogo
dell’attacco e divora la sua preda ormai senza vita o senza più forze per
opporre resistenza..
Per quanto riguarda i rapporti con l’uomo lo squalo bianco risulta
sicuramente essere molto pericoloso anche se l’uomo non rientra tra le
sue prede abituali.
L’80% degli attacchi non provocati all’uomo
(NOTA 4 – attacchi provocati e non)
si sono conclusi dopo
il primo morso, quando probabilmente il predatore si rendeva conto che
la preda non era di suo gradimento..
Un
unico morso dello squalo bianco può però provocare danni di grave
entità, a causa della forza e delle dimensioni di questo animale, e
portare ugualmente alla morte, soprattutto in assenza di soccorsi
immediati..
Squalo bianco in
cattività:
l’uomo non è mai riuscito a mantenere e quindi studiare uno
squalo bianco in cattività, almeno fino all’anno 2003..
Prima di tutto è importante comprendere che lo studio in cattività di un
animale, la cui presenza nelle acque del mondo è drasticamente
diminuita, può servire per acquisire maggiore consapevolezza sulla
necessità di protezione da parte dell’uomo.
Esaminando i suoi comportamenti in cattività infatti si può tentare di
colmare quelle lacune biologiche ed ecologiche che ancora riguardano
questo squalo e nello stesso tempo anche l’esposizione al pubblico può
contribuire a cancellare tanti luoghi comuni sul cosiddetto “mangiatore
di uomini”..
Nel Giugno 2003 per la
prima volta il Monterey Bay Aquarium in Monterey, California, è riuscito
a mantenere in cattività uno squalo bianco per 10 giorni, dopo i quali
purtroppo l’esemplare è morto.
Nel Settembre 2004 una femmina, catturata per sbaglio da pescatori
professionisti, viene donata all’acquario e per 198 giorni questo
esemplare si adatta perfettamente e viene esposta
al pubblico con grande successo.
Nel Marzo 2005 questo squalo bianco, per non prolungare eccessivamente
la sua permanenza in cattività e proteggerlo da eccessivo stress, viene
rilasciato in mare aperto e monitorato per 30 giorni, potendo così
acquisire una mole importantissima di dati ed informazioni biologiche.
Il 31
Agosto 2006 il Monterey Bay Aquarium tiene in cattività un altro
esemplare, il quale dimostra di essersi adattato bene alla nuova
situazione, alimentandosi normalmente ed aumentando di peso e lunghezza.
Il 16 Gennaio 2007, dopo 137 giorni all’interno dell’acquario, questo
esemplare viene rilasciato, e grazie all’applicazione di un tag
(segnalatore elettronico) satellitare che si è staccato il 16 Aprile
2007, sono stati ricostruiti tutti i suoi movimenti in mare aperto
nell’arco di questi tre mesi. Lo squalo ha nuotato fino alla punta sud
della Baja California, percorrendo più di 1000 km e raggiungendo
profondità superiori ai 300 m.
Nel mese di Agosto 2007 uno squalo bianco viene accidentalmente
catturato dalla rete di pescatori, in California, e viene portato al
Monterey Bay Aquarium, dove l'animale cresce di peso e lunghezza per 162
giorni per essere rilasciato in libertà nel Febbraio 2008.
L'ultimo squalo bianco che il Monterey Bay Aquarium ha curato nelle sue
vasche è stato nell’estate 2011: l’animale, come i suoi predecessori, si
è alimentato regolarmente
ed è stato
mantenuto per 55 giorni.
Squalo bianco in natura: attualmente
sono due le mete principali nel mondo che vengono raggiunte per
osservare il grande squalo bianco in natura: la regione di Gansbaai
ed in particolare l’isola di Dyer in Sud Africa e l’area di Dangerous
Reef, al largo della penisola Eyre nell’Australia meridionale.
1) Gansbaai è un piccolo villaggio
di pescatori che si trova a circa due ore di automobile dalla più nota
Cape Town (180 km di distanza).
L’area è abbastanza tranquilla e quello che può offrire è la bellezza
della sua natura, che il turista anche non sub potrà apprezzare con
lunghe passeggiate lungo le coste.
Gli squali bianchi possono essere visti in particolar modo nei pressi
dell’isola di Dyer, prevalentemente sabbiosa e distante pochi km da
Gansbaai.
In queste zone sono infatti numerose le colonie di foche, insieme ai
loro cuccioli, prede appetitose per questo grande predatore dei mari.
Per quanto riguarda le immersioni, ci sono diversi centri che
organizzano uscite in mare con la gabbia metallica per vedere gli squali
bianchi, consigliate anche ai principianti, con la voglia però di vivere
forti emozioni.
2) Dangerous Reef deve prima di
tutto il suo nome non alla presenza degli squali bianchi, ma alla
pericolosità della zona per le navigazioni, nei pressi del Golfo di
Spencer. Questa scogliera si trova al largo della penisola Eyre,
nell’Australia meridionale, zona anche questa popolata da numerose
foche, leoni marini e quindi anche squali bianchi.
In questa zona e nelle isolette vicine si possono osservare più di 12000
leoni marini, la colonia più grande dell’Australia.
Anche qui il turista non sub può apprezzare la bellezza della natura, le
sfumature dell’oceano e delle spiagge, sia rocciose che sabbiose,
partecipando anche alle uscite delle organizzazioni che trasportano i
subacquei nelle varie zone di immersione.
Anche la terra emersa infatti propone le sue bellezze, senza
dimenticare, come già accennato, le numerose foche e leoni marini
presenti in ogni isoletta della zona.
Per quanto riguarda infine le immersioni, anche qui vengono realizzate
con l’ausilio delle gabbie metalliche di protezione, in superficie per i
principianti e sul fondo per i più esperti.
Scheda biologica dello
squalo bianco:
SQUALO BIANCO
Carcharodon carcharias
LINNEO, 1758
Ordine: Lamniformes
Famiglia: Lamnidae
Dimensioni medie:
350-460 cm.
Dimensioni massime:
supera i 700 cm.
Il più grande esemplare catturato dall'uomo era una femmina di 7,14
metri.
Lo squalo bianco è diminuito drasticamente di numero in tutti i mari del
mondo e ciò ha spinto molti paesi a dichiararlo specie protetta.
Descrizione:
squalo di grandi dimensioni, massiccio, con il muso appuntito. La bocca
è ampia, gli occhi tondi e neri. Le pinne dorsali sono due, la prima di
medie dimensioni, la seconda piccolissima. Le pinne pettorali sono
larghe e falcate, mentre quella caudale è simmetrica ed a mezzaluna. Può
raggiungere i 60 kmh. e compie scatti molto veloci grazie alla
possibilità di mantenere i suoi muscoli ad una temperatura anche di 10°C
superiore a quella dell'acqua che lo circonda.
Distribuzione:
in tutti i mari temperati e sub-tropicali del mondo, presente nel mare
Mediterraneo. Si ipotizza l'esistenza di un'area riproduttiva fra la
Sicilia e la Tunisia.
Colorazione: dorso grigio-bluastro con passaggio netto al bianco
del ventre. Punte scure nella parte ventrale delle pinne pettorali.
Riproduzione:
probabilmente ovovivipara (vivipara aplacentata), periodo di gestazione
sconosciuto.
Valore commerciale:
oggetto di pesca sportiva e commerciale per il fegato, la pelle, le
pinne, la carcassa, i denti e le mascelle.
Denti:
triangolari, dritti, fortemente seghettati ai margini. I denti delle
mandibole superiore (da 23 a 28) ed inferiore (da 21 a 25) sono molto
simili.
Il nome scientifico può essere tradotto in “squalo pericoloso per l’uomo
dai denti ruvidi”. I piccoli alla nascita hanno denti con cuspidi
laterali e quelli della mandibola inferiore sono lisci.
Dieta:
squali e razze, pesci ossei (tonni e pesci-spada), molluschi, crostacei,
cefalopodi, tartarughe marine, mammiferi marini e carcasse di balene o
squali balena.
Denti
di squalo bianco (Carcharodon
carcharias)
NOTA 1: Le Ampolle di Lorenzini sono
degli organi che prendono contatto con l'esterno attraverso piccoli e
numerosi forellini, presenti soprattutto nella regione del capo, pieni
di una sostanza gelatinosa conduttrice, in comunicazione con
terminazioni nervose. In questo modo lo squalo ha la capacità di
percepire i campi elettrici generati dagli animali (quindi individuare
anche prede sotto la sabbia) e probabilmente riconoscere la propria
posizione rispetto al campo magnetico terrestre.
NOTA
2: La rete mirabile è un insieme di capillari che hanno la
funzione di scambiatori di calore, essi sono collegati a fasce muscolari
molto sviluppate, vicino alla colonna vertebrale. Attraverso gli scambi
di calore della rete mirabile la muscolatura interna dello squalo bianco
ed il cervello rimangono a temperature sempre più calde di quelle
dell’acqua circostante.
NOTA
3: I denti dello squalo bianco sono inconfondibili per le sue
caratteristiche uniche. Sono grandi, triangolari, dritti, fortemente
seghettati ai margini. I denti delle mandibole superiore ed inferiore
sono molto simili.
NOTA
4: Un attacco all’uomo da parte di uno squalo si definisce non
provocato quando l’animale si trova nel suo ambiente naturale e non ha
subito nessuno stimolo o provocazione diretta da parte dell’uomo.
Bibliografia: "Sharks
& Rays, Elasmobranch Guide Of The World". Ralf M. Hennemann, "Sharks of
the world", Leonard Compagno, M. Dando, S. Fowler, "The white shark",
Jean Michel Cousteau, Mose Richards, "Sharks", Jeremy Stafford-Deitsch.
Marco Angelozzi -
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