SFONDO NORMALE
 

“Era un grossissimo pescecane Mako fatto per nuotare veloce come il pesce più veloce del mare ed era bello in ogni sua parte tranne nelle mascelle.., con l’alta pinna dorsale che fendeva l’acqua senza vibrazioni. Dentro il doppio labbro chiuso dalle mascelle, tutte le otto file di denti erano inclinate verso l’interno.., e avevano bordi taglienti affilati come rasoi su tutt’e due i lati. Questo era un pesce fatto per nutrirsi di tutti i pesci del mare tanto veloci e forti e ben armati da non conoscere altri nemici.”                 

Ernest Hemingway  “Il vecchio e il mare”, 1952
 

Lo squalo mako (Isurus oxyrinchus), splendido predatore già descritto nel 1952 da E. Hemingway in un toccante conflitto tra uomo e animale, risulta attualmente essere uno dei più veloci e potenti squali conosciuti.. Questo animale riesce a solcare i mari all’incredibile velocità di 70 km/h e fuoriuscire dall’acqua con balzi che lo sollevano completamente fino a 5 metri di altezza!
I salti vengono spesso osservati quando lo squalo è catturato all’amo, durante le battute di pesca sportiva e tenta di liberarsi compiendo vere e proprie acrobazie per recuperare la libertà. (la popolazione mondiale di squali mako è in continuo calo a causa della pesca commerciale e sportiva, che vedono questo pesce cartilagineo come ambitissima preda)
Un altro motivo per cui spesso lo squalo mako compie salti fuori dall’acqua è per tentare di liberarsi dai parassiti (crostacei copepodi) che si attaccano sulla sua pelle, talvolta visibili anche ad occhio nudo.

Nonostante questi temibili nemici, naturali e non, lo squalo mako continua a sfrecciare in acque tropicali e temperate, con temperatura superiore ai 16°C.
Normalmente si trova lontano dalle coste, in acque profonde, fino a 150 m, ma non raramente si avvicina alle rive ed alle barriere coralline continentali. Sono stati avvistati esemplari adulti anche in appena 3 m di acqua (Mar Rosso).

Lo squalo mako, come già accennato è dotato di grande potenza, che lo porta a compiere scatti poderosi raggiungendo ed attaccando grandi e veloci prede come tonni, pesci spada, delfini ed altri squali.  La forma dei denti è triangolare, con la punta leggermente obliqua ed i bordi lisci e taglienti, perfetti per azzannare e smembrare grandi porzioni di carne.
Le dimensioni completano questo grande potenziale aggressivo, con una lunghezza media da 200 a 250 cm, fino a 400 cm ed un peso superiore a 500 kg!

 

Questo squalo rientra tra i 5 squali potenzialmente più pericolosi per l’uomo, insieme allo squalo bianco (Carcharodon carcharias), allo squalo tigre (Geleocerdo cuvier), allo squalo leuca o zambesi (Carcharhinus leucas) ed allo squalo longimano (Carcharhinus longimanus), essendosi reso responsabile di alcuni attacchi non provocati all’uomo.
Va ricordato però che questi attacchi rientrano nelle statistiche annuali, che vedono accadere in tutti i mari del mondo circa 60 attacchi di squalo all’uomo, di cui 6-8 mortali.
L’uomo, con una massa muscolare ridotta ed una minima quantità di grasso corporeo, continua a non essere una preda naturale dello squalo ed infatti in quasi tutti gli attacchi, dopo uno o due morsi di “prova”, il grande predatore si allontana definitivamente senza divorare i corpi.  Purtroppo però anche un unico morso di grandi esemplari può essere sufficiente per causare gravi lesioni o la morte per dissanguamento.. (lettura consigliata; gli attacchi in Italia e nel mondo)
Ricordiamo infine che che il 50% degli squali non supera il metro di lunghezza, l'82% non supera i 2 metri, e soltanto il 4% raggiunge dimensioni superiori ai 4 metri, tali da rappresentare un serio pericolo.

Lo squalo mako ha un corpo particolarmente rigido ed idrodinamico, elementi che aiutano a raggiungere elevate velocità. Contribuisce a ciò anche la grande pinna caudale, a forma di mezzaluna, con entrambi i lobi sviluppati. Il muso è appuntito e le pinne pettorali piccole.
Gli occhi sono grandi e neri e la dentatura spesso in evidenza.
La colorazione è blu metallizzata, uniforme nella parte dorsale, mentre la parte ventrale sfuma gradatamente verso il bianco. (differenza tra Isurus oxyrinchus e Isurus paucus)

Anche lo squalo mako, come lo squalo bianco (Carcharodon carcharias) ha sviluppato un meccanismo di conservazione del calore che gli permette di avere una temperatura corporea di 4 – 5 C° superiore a quella dell’acqua che lo circonda e fino a 10C° per quanto riguarda la muscolatura più interna.  Questo meccanismo, la cosiddetta “rete mirabile”, oltre ad un migliore adattamento alle temperature dell’ambiente esterno, con maggiore reattività della muscolatura, porta allo squalo grande giovamento per quanto riguarda i tempi di digestione delle prede, che risultano più veloci, mettendo subito a disposizione dell’animale grande quantità di energia.
La riproduzione è vivipara aplacentata, con probabili fenomeni di oofagia ed i piccoli alla nascita hanno dimensioni che vanno dai 60 ai 70 cm.

 

SQUALO MAKO
Isurus oxyrinchus
RAFINESQUE, 1809
Ordine: Lamniformes  Famiglia: Lamnidae

Dimensioni medie: 150-200 cm.
Dimensioni massime: raggiunge i 400 cm.
Distribuzione: in tutte le acque tropicali e temperate, dall'Atlantico all'Indopacifico al Mediterraneo.
Colorazione: dorso blu-grigio metallizzato, ventre bianco.
Riproduzione: vivipara aplacentata
Lunghezza alla nascita: 60-70 cm
Velocità massima: 70 km/h
Andamento della popolazione: in diminuzione.
Rapporti con l'uomo: potenzialmente molto pericoloso.
Valore commerciale: oggetto di pesca sportiva e commerciale per utilizzarne le carni, considerate pregiate.
Denti
: triangolari, stretti, lisci, con punta obliqua; molto simili in entrambe le arcate.

 

 

Nota 1: I Copepodi appartengono alla classe dei Crostacei, sono molto numerosi e vivono in ambienti acquatici, sia marini che d’acqua dolce. I Copepodi parassiti di pesci (ossei e cartilaginei) generalmente attaccano pelle, pinne e branchie dei loro ospiti.

Nota 2: La rete mirabile è un insieme di capillari che hanno la funzione di scambiatori di calore, essi sono collegati a fasce muscolari molto sviluppate, vicino alla colonna vertebrale. Attraverso gli scambi di calore della rete mirabile la muscolatura interna ed il cervello dello squalo rimangono a temperature sempre più calde di quelle dell’acqua circostante.

Nota 3: Un attacco da parte di uno squalo si definisce non provocato quando l’animale si trova nel suo ambiente naturale e non ha subito nessuno stimolo o provocazione diretta da parte dell’uomo.

Nota 4: Lo squalo mako Isurus oxyrinchus, descritto il questo articolo è molto simile allo squalo mako pinna lunga Isurus paucus, che ha le pinne pettorali molto più lunghe ed il muso meno appuntito

Nota 5: circa il 50% degli squali ha una riproduzione vivipara aplacentata, cioè la femmina trattiene le uova all'interno degli uteri e i piccoli, dopo essersi nutriti del sacco vitellino, escono all'esterno completamente formati. In questa riproduzione possono manifestarsi due situazioni particolari:
1) oofagia, quando i piccoli di squalo, nell'utero materno, una volta utilizzato il sacco vitellino, si nutrono di uova non fecondate che la madre continua a produrre.
2) adelfofagia, quando i piccoli di squalo, uno per ogni utero materno, si nutrono dei "fratelli" (cannibalismo intra-uterino) e quindi nascono soltanto due piccoli

 

Bibliografia: - "Sharks & Rays, Elasmobranch Guide Of The World". Ralf M. Hennemann,
- "Sharks of the world", Leonard Compagno, M. Dando, S. Fowler,

 

 

 

 

Marco Angelozzi - www.prionace.it

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