Trenta tonnellate di peso, una lunghezza di 14
metri ed una gigantesca mandibola con denti triangolari di 20 cm :
stiamo parlando del più grande predatore dei mari, vissuto fino a circa
1,5 milioni di anni fa..
Il suo nome è Carcharodon megalodon, uno
squalo estinto caratterizzato da grandi denti (megalodon) massicci e
triangolari, seghettati in entrambi i lati, con una lunghezza cha va dai 15 ai 20 cm,
Di questo animale sono rimasti soltanto i denti ed alcune vertebre, essendo il suo
scheletro cartilagineo, come quello di tutti i condroitti, e quindi
degradabile in brevi periodi di tempo.
Analizzando proprio i denti fossili sono state stabilite le dimensioni,
arrivando alla conclusione che probabilmente la lunghezza dello squalo
megalodonte sarebbe potuta essere di 13-14 m, con un peso di 20-30
tonnellate.
Lo studio degli anelli di crescita delle rare vertebre rinvenute indica che
questo animale viveva dai 35 ai 40 anni.
Lo squalo megalodonte, a causa delle sue dimensioni, doveva ingerire dai
600 ai 1200 kg di cibo al giorno e le sue prede preferite erano
probabilmente i misticeti preistorici, le balene di allora, dai 3 ai 6 metri di lunghezza e
da 9 fino a 18 tonnellate di peso.
La presenza del Carcharodon megalodon è
stata inserita tra il Miocene ed il Pliocene (tra 15 e 1,5 milioni di
anni fa) ed il motivo dell'estinzione non è certo: le due ipotesi più
accreditate sono quelle dell'abbassamento della temperatura degli oceani
ed una diminuzione delle sue prede naturali. Le due situazioni potrebbero
anche essere avvenute contemporaneamente, in quanto temperature minori
delle acque avrebbero portato le prede del megalodonte, le balene più
diffuse, a nuove rotte migratorie diminuendo la disponibilità di cibo
del grande squalo del 75%.
Alcuni studiosi affermano che lo squalo sopravvisse
fino a 10.000 anni fa. Sono stati trovati infatti denti fossili la cui
analisi del tempo, attraverso l’accumulo di manganese, porterebbe ai
suddetti risultati. Alcune contestazioni a questi risultati riguardano
la possibilità che il manganese si sia incrostato in tempi successivi
alla fossilizzazione..
Numerosi criptozoologi affermano addirittura che
lo squalo megalodonte non sia estinto, ma presente in acque
profondissime e quindi molto difficile da osservare..
Lo scrittore Steve Alten, nel suo libro “MEG”, immagina proprio questo
panorama: un esemplare di Carcharodon megalodon, sopravvissuto
fino ai nostri giorni a profondità abissali, riesce ad arrivare in
superficie (superando i problemi legati alla profondità e pressione..)
creando il terrore tra gli esseri umani.
Ultimamente, in tempi relativamente recenti, ci
sono stati avvistamenti di creature enormi, simili a squali, ed il
racconto di S.Alten sembrava essere diventato realtà, ma gli animali
descritti probabilmente erano più tranquilli ed innocui squali
elefante.. (squalo elefante,
Cetorhinus maximus, si nutre di
plancton e supera la lunghezza di 10 m)
La grande somiglianza nella morfologia dei
denti suggerisce che il Carcharodon
megalodon sia un “parente stretto” dello squalo bianco (Carcharodon
carcharias), ma anche qui alcuni
ricercatori hanno preso in considerazione l’idea della evoluzione
convergente, cioè due linee evolutive che hanno portato a risultati
simili, inserendo quindi lo squalo megalodonte in un genere diverso.
La nuova nomenclatura scientifica, per questi ricercatori, sarebbe
quindi Carcharocles megalodon.
Ricostruzione della mandibola del
Carcharodon megalodon.
Nel settembre 1994 viene completata la prima grande ricostruzione
delle fauci di un megalodonte, la bocca risulta di 2,30x2,60 m con 254
denti.
Dente di
Carcharodon/Carcharocles megalodon,
massiccio, triangolare, seghettato in entrambi i lati.
Marco Angelozzi -
www.prionace.it
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