“Mostro favoloso col corpo di capra, testa di
leone e coda di serpe, il quale era immagine dei fenomeni vulcanici
frequenti nella Licia e che perciò immaginavasi gettar fiamme dalla
bocca.” Sono queste le definizioni del termine CHIMERA, la prima descrive un mostro mitologico immaginario e l’altra ricorda come questa parola sia sinonimo di qualcosa che non esiste.
Esiste invece nel mondo marino la Chimaera
monstrosa che, insieme ad altre 30 specie circa, rappresenta uno dei
pesci cartilaginei più curiosi che si conoscano.
Prima di tutto mancano in questo pesce
cartilagineo le squame placoidi che ricoprono i suoi “cugini” squali,
infatti la pelle della chimera è completamente nuda. (ad
eccezione degli pterigopodi, gli organi copulatori maschili)
Completano la descrizione generale della
chimera gli occhi grandi e sporgenti, con una colorazione verdastra, il
dorso grigio-argento o grigio-verdastro, il ventre bianco crema ed una
lunghezza massima che può superare i 100 cm.
Tutte la specie conosciute di chimera sono ovipare, le capsule ovigere
hanno una lunghezza media di 15 cm ed un filamento ad una estremità per
essere fissate sul fondo. Gli esemplari maschi, come quello che vediamo
nella immagine, presentano sul capo una estroflessione a forma di clava,
chiamata clasper, che viene utilizzata probabilmente durante
l’accoppiamento per tenere ferma la femmina. Gli occhi sono molto grandi in proporzione al resto del corpo e ciò è spiegabile in quanto la chimera nuota a grandi profondità, oltre 1000 m durante la stagione fredda, mentre arriva ai 100-200 m in quella calda. Negli ambienti profondi infatti la luminosità è praticamente assente e gli occhi grandi servono a sfruttare anche il più piccolo barlume che arriva dall’alto.. (soltanto durante gli inseguimenti dei banchi di aringhe si porta in prossimità della superficie)
La chimera è considerata di scarsissimo
valore commerciale e per questo motivo non viene pescata attivamente
dall’uomo, rappresenta una cattura secondaria durante la pesca a
strascico..
Marco Angelozzi - www.prionace.it
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