Le spugne perforanti
(di Marco Angelozzi) Nell’ambiente marino ci sono alcuni organismi microscopici, “parenti” stretti delle morbide spugne naturali (Spongia officinalis) con cui i nostri nonni si lavavano, che però presentano caratteristiche completamente diverse da esse.. Trascorrono la loro vita nel perforare, triturare e disgregare tutto ciò sia fatto di carbonato di calcio, in processi che possono durare anni e causare la morte di organismi come Molluschi e madrepore.. stiamo parlando delle SPUGNE PERFORANTI… Le spugne perforanti
sono degli organismi, appartenenti al phylum dei Poriferi, che hanno la
capacità di bucare i substrati carbonatici, minerali e biogenici
presenti nell’ambiente marino. Il substrato può essere costituito, oltre
che da fondali rocciosi, anche da conchiglie di Molluschi, alghe
corallinacee e scheletri calcarei di madrepore e coralli. Il corpo della spugna è sostenuto da un insieme di fibre di collagene, la SPONGINA e da elementi inorganici, le SPICOLE. Le spicole calcaree sono le più primitive, mentre quelle silicee sono le più frequenti ed entrambi i tipi, con dimensioni e forme caratteristiche per ogni specie, sono elementi fondamentali per il riconoscimento sistematico delle spugne.
Spugna perforante Clona orientalis: gallerie in una madrepora, scala 4 mm. Gli esemplari di alcune
specie, in condizioni favorevoli, non trovando più lo spazio per scavare
nuove gallerie, proseguono il loro sviluppo all’esterno assumendo la
tipica forma incrostante b. L’azione delle spugne
perforanti, la cui famiglia più importante è quella dei “Clionidi”,
diffusa ampliamente nel Mediterraneo, rappresenta quindi un importante
elemento nei processi di erosione e di produzione di sedimenti. Per avere informazioni sulle spicole il tessuto della spugna viene disciolto in acido nitrico bollente e ciò che rimane viene visto attraverso un microscopio elettronico.E’ in questo momento che l’uomo può osservare un’altra delle innumerevoli magie della natura.. Forme bellissime, eleganti, bizzarre, una micro-architettura favolosa che ricorda quella dei cristalli di neve per splendore ed incredibile senso di fragilità. (anche se in realtà fragili non sono, visto che risultano indenni dall’azione dell’acido nitrico).
Spicole: dicotrieni e microrabdi Sono decine i nomi che sono
stati dati alle spicole di varia forma e dimensioni (le dimensioni delle
spicole in immagine vanno dai 5 ai 50 millesimi di mm!). A seconda della
grandezza esse si distinguono in “megasclere” e “microsclere” e qui di
seguito ne vengono descritti alcuni tipi.
Spicole: oxee, microrabdi tilostilo, anfiaster, La Spongia officinalis la “spugna naturale” usata soprattutto in passato nelle nostre sale da bagno, ha una consistenza elastica e morbida, senza spicole, solo spongina ed è per questo motivo che il contatto con la pelle non crea abrasioni o ferite. Il corpo delle spugne perforanti è costituito da due strati, non organizzati in veri tessuti, con interposto uno strato intermedio; la parete esterna appare tutta perforata ed attraversata da canali che permettono il passaggio dell’acqua dall’esterno in una cavità interna, lo “spongocele”, da cui l’acqua fuoriesce attraverso un’apertura, l’osculo.
Spicole: oxiaster lisci Effetto dell’azione delle spugne perforanti: L’escavazione del carbonato di calcio da parte delle spugne perforanti è un processo biologico importante nell’ecologia dell’ambiente marino. Nelle acque tropicali e subtropicali le numerose specie di spugne perforanti sono tra i principali agenti (insieme a batteri, alghe, molluschi, echinodermi, pesci, ecc.) nei processi di erosione di substrati calcarei; in particolare nelle barriere coralline le spugne, bilanciando o a volte superando i tassi di calcificazione dei coralli, svolgono una funzione chiave nei procesi evolutivi delle stesse. L’erosione attiva determina la produzione di grandi quantità di fine sedimento calcareo che andrà a costituire le spiagge coralline carbonatiche. L’azione di indebolimento delle strutture coralline, causato dalle camere e dalle gallerie di perforazione, si riflette nei rapporti ecologici tra i coralli delle barriere, modificandoli: le colonie più fragili (perchè attaccate) saranno facilmente spezzate e staccate dagli agenti atmosferici e forse sostituite da altre specie di corallo; le parti superficiali erose potranno essere colonizzate da numerosi organismi. Anche nei mari temperati come il Mediterraneo la bioerosione delle spugne perforanti è importante nel rimaneggiamento e nell’evoluzione della costa, e produce quantità significative di sedimento sotto forma di frammenti a grana fine. L’attività di perforazione di queste specie può avere effetti quasi catastrofici con rilevanti risvolti economici in quelle aree dove viene praticato l’allevamento di bivalvi (ostriche in particolare) e la pesca al corallo rosso. Le ostriche attaccate risultano particolarmente fragili e tendono a spezzarsi quando vengono maneggiate sia durante il consumo, sia durante le fasi della semina negli allevamenti di ostriche produttrici di perle.
Conchiglia (Trochus niloticus) attaccata da spugne perforanti
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